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Come mantenersi in forma ai tempi del coronavirus?

Il messaggio dovrebbe essere ormai chiaro: bisogna restare a casa. Solo motivi di stringente necessità, tra cui lavoro, salute, acquisto di beni essenziali, legittimano l’uscita. Stando a casa tutto il giorno, per molti l’orologio sembra essersi fermato.

Noia e frustrazione pesano sull’umore, si fatica a dare un senso ai giorni, che paiono interminabili. I concetti di spazio e di tempo assumono un significato diverso: viviamo il primo come ristretto, il secondo come dilatato. Privati della nostra routine, dei nostri segnatempo, di quelle abitudini legate ai ritmi di un lavoro inserito in un contesto sociale e non confinato all’interno delle quattro mura domestiche, la pigrizia e l’apatia rischiano di sopraffarci.

Tentiamo di adottare piccoli stratagemmi per tenerci ancorati ad una quotidianità che ci appare perduta, in queste settimane non più scandite dai weekend. Imponiamoci di mettere la sveglia, seguendo i ritmi a cui eravamo avvezzi prima dell’inizio della pandemia. Cerchiamo di riempire le giornate, per molti caratterizzate da una nuova forma di lavoro che è lo smart working, con rituali nuovi e vecchi. Proviamo a vestirci come se dovessimo recarci in ufficio, ad acconciarci i capelli o a tenere in ordine la barba, a concederci un  mini-rituale di bellezza, come può essere uno scrub o una maschera, piccole coccole per il corpo e per l’anima.

Continuiamo ad avere cura di noi stessi non solo per quanto riguarda i bisogni mentali, dedicandoci per esempio a buone letture o all’ascolto della musica preferita, ma dando il giusto peso anche al benessere fisico. Non smettiamo, in poche parole, di volerci bene. E rivolgiamo tutte le attenzioni abituali alla nostra salute. Anzi, sfruttiamo il tempo che abbiamo a disposizione in così larga misura per impegnarci a seguire una dieta equilibrata e magari smaltire quei chili di troppo, anche se non possiamo recarci fisicamente in palestra.

Non possiamo dimenticarci dell’importanza dell’attività motoria. Vero è che non tutti dispongono di spazi e strumenti adeguati per la pratica di determinate discipline. Ma nella grande rete di Internet è possibile trovare lezioni per tutti i gusti: dagli esercizi di yoga o pilates, agli allenamenti con la palla da basket, fino alle proposte che includono sessioni di stretching, addominali, flessioni, differenziate a seconda dell’età e del livello di preparazione. Meglio ancora se i corsi in questione sono offerti dalla palestra di fiducia, per non perdere la continuità degli allenamenti e avere la garanzia che siano promossi da personale qualificato.

Diversi Comuni hanno lasciato uno spazio alle associazioni sportive del territorio all’interno del proprio sito, dove è possibile seguire video-tutorial realizzati da professionisti. L’Unione italiana sport per tutti (Uisp) condivide giornalmente esercizi che si adattano alle esigenze di un pubblico variegato alla pagina http://www.uisp.it/nazionale/pagina/tutti-in-movimento-con-la-palestra-la-nostra-casa. I corsi virtuali non saranno accompagnati dalla stessa energia trascinante di quelli dal vivo, ma costituiscono una valida alternativa per tenersi in movimento senza lasciare il proprio domicilio.

Se si possiede il privilegio di avere un giardino, un cortile o anche soltanto un terrazzo o un balcone, è bene sfruttarli per prendere una sana boccata d’aria e un po’ di sole, oltre che per praticare uno sport. Anche i lavori domestici, il bricolage, il giardinaggio contribuiscono al mantenimento della forma fisica.

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Studio cinese: «I bevitori di tè sono più longevi»

Bere il tè almeno tre volte alla settimana è legato a una vita più lunga e più sana. È questo il risultato di uno studio  pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, rivista edita dalla Società europea di cardiologia (Sec). L’analisi ha incluso 100.902 partecipanti al progetto China-Par2 senza storia di infarto, ictus o cancro. I partecipanti sono stati classificati in due gruppi: bevitori di tè abituali (tre o più volte a settimana) e bevitori di tè mai o non abituali (meno di tre volte a settimana) e seguiti per una mediana di 7,3 anni.

Ebbene, i ricercatori hanno evidenziato che il consumo abituale di tè era associato ad anni di vita più sani e ad una maggiore aspettativa di vita. In una ulteriore analisi per tipo di tè, bere il tè verde è stato associato a rischi inferiori di circa il 25% per malattie cardiache e ictus, ictus e ictus fatali e morte per tutte le cause. Tuttavia, non sono state osservate associazioni significative per il tè nero.

«Il consumo abituale di tè è associato a minori rischi di malattie cardiovascolari e morte per tutte le cause», ha affermato il primo autore dello studio, Xinyan Wang, dell’Accademia cinese delle scienze mediche di Pechino, in Cina. «Gli effetti benefici sulla salute sono i più efficaci per il tè verde e per i bevitori abituali di tè a lungo termine». Nonostante i risultati, i ricercatori hanno ritenuto della necessità di ulteriori studi in materia.

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Creme ad alto dosaggio di estradiolo, le limitazioni dell’Ema

«Il Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell’Ema ha confermato la raccomandazione di limitare l’uso di creme ad alto dosaggio, contenenti 100 microgrammi di estradiolo per grammo (0,01%), ad un unico ciclo di trattamento della durata massima di 4 settimane». È quanto rende noto l’Agenzia italiana del farmaco, in una circolare pubblicata venerdì 17 gennaio 2020. Nel dettaglio, «il Prac – si legge – ha revisionato i dati disponibili sulla sicurezza e sull’efficacia delle creme contenenti un alto dosaggio di estradiolo usate per trattare i sintomi dell’atrofia vaginale in donne che hanno superato la menopausa. I dati su queste creme mostrano che nelle donne in post menopausa che usano tali creme, i livelli di estradiolo nel sangue si sono rilevati più alti dei livelli normali per il periodo post menopausale». Per questo motivo, «ha concluso che l’assorbimento di estradiolo nel sangue solleva preoccupazione e potrebbe comportare effetti indesiderati simili a quelli osservati con la terapia ormonale sostitutiva (Tos)».

È utile sottolineare che in Italia non sono autorizzate creme contenenti estradiolo indicate per l’uso nell’atrofia vaginale in donne in post menopausa. Tuttavia, secondo quanto riferito dall’Ema, «esse sono commercializzate in Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia con le denominazioni Linoladiol, Linoladiol N, Linoladiol Estradiol, Estradiol Wolff and Montadiol».

Nella stessa occasione l’Ema ha divulgato una serie di informazioni utili ai pazienti: «Le creme ad alto dosaggio di estradiolo (100 microgrammi/grammo), applicate all’interno della vagina, devono essere usate per un unico ciclo di trattamento della durata massima di 4 settimane. L’uso limitato è stato stabilito poiché l’ormone estradiolo presente in queste creme può essere assorbito a livello del sangue e aumentare il rischio di effetti indesiderati». Inoltre «non utilizzi creme ad alto dosaggio di estradiolo se lei sta già assumendo la terapia ormonale sostitutiva (TOS)», ed infine «se ha domande sul trattamento, ne discuta con il suo medico o con il suo farmacista».

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Coronavirus, quali sono le fonti valide per informarsi?

La situazione di emergenza sanitaria legata alla diffusione dell’epidemia di coronavirus ha determinato la nascita di sentimenti di preoccupazione tra la popolazione, accompagnati dal conseguente bisogno di reperire informazioni per far fronte ai disagi che le restrizioni disposte dagli ultimi decreti comportano. Per questo motivo, giornali, telegiornali e siti web dedicano la loro attenzione quasi esclusivamente all’emergenza che stiamo vivendo.

In parallelo all’avanzata del coronavirus si diffondono spesso notizie prive di fondamento scientifico e di dubbia provenienza, catalogate come ‘fake news’. Queste hanno contribuito a creare un clima di confusione generale. È utile osservare che la circolazione di notizie provenienti da fonti non verificate potrebbe generare un allarmismo in aggiunta alle sensazioni di impotenza, spaesamento, angoscia, ansia. Per orientarsi in uno scenario di continuo cambiamento, è bene dunque fare riferimento a comunicazioni provenienti da fonti accreditate e riconosciute.

I siti istituzionali prevedono spazi dedicati alla popolazione che è libera di esaminare contenuti facilmente comprensibili e aventi per oggetto notizie dell’ultima ora, ai fini di acquisire una maggiore conoscenza degli eventi. Quali sono le fonti originarie su cui poter fare affidamento?Tra i siti in lingua inglese, è utile consultare quelli dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), più in particolare e dell’area europea, al link https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019 e http://www.euro.who.int/en/health-topics/health-emergencies/coronavirus-covid-19. Comunicazioni rilevanti vengono pubblicate anche dallo European center for disease control (Ecdc), agenzia dell’Unione europea in materia di diffusione e controllo delle malattie, reperibili al portale https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china.

Quanto alle fonti in italiano, diversi sono i punti dove potersi mantenere correttamente informati. Tra questi, i siti del ministero della Salute e della Protezione civile, consultabili rispettivamente ai link http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sanitario/emergenze/coronavirus, insieme al portale EpiCentro dell’Istituto superiore di sanità (ISS), al link https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/.

In ultimo, tenendo conto dell’autonomia delle singole regioni in materia di assistenza sanitaria, è utile considerare la sezione dedicata alla sanità presente sul sito della Regione di residenza o in cui si ha il domicilio, che si compone come segue: https://www.regione.nomedellaregione.it. Un ulteriore supporto di non poco conto, soprattutto su tematiche legate alla salute, può essere fornito dal proprio medico curante o dal farmacista di fiducia: entrambi potranno supportare il cittadino mediante l’apporto di notizie affidabili e quanto più aggiornate.

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L’inquinamento atmosferico è uno dei rischi per la salute più pericolosi del mondo

L’aria inquinata è un pericolo per la salute pubblica che non può essere eluso. È noto che l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenta i rischi di malattie cardiovascolari e respiratorie. Gli scienziati del Max Planck Institute for Chemistry e del University Medical Center Mainz hanno calcolato in un nuovo studio che l’aspettativa globale e pubblica della perdita di vita causata dall’inquinamento atmosferico è superiore a molti altri fattori di rischio come fumo, malattie infettive o violenza.

L’inquinamento atmosferico ha causato 8,8 milioni di morti premature in tutto il mondo nel 2015. Ciò corrisponde a una riduzione media dell’aspettativa di vita pro capite di 2,9 anni. In confronto, il fumo di tabacco riduce l’aspettativa di vita in media di 2,2 anni (7,2 milioni di morti), l’HIV / AIDS di 0,7 anni (1 milione di morti), le malattie parassitarie e trasmesse da vettori come la malaria – di 0,6 anni (600.000 morti) .

«L’inquinamento atmosferico – sostengono i ricercatori – supera la malaria come causa di morte prematura di un fattore 19; supera la violenza di un fattore di 17 e l’HIV / AIDS di un fattore di 9. Dato l’enorme impatto sulla salute pubblica e sulla popolazione mondiale, si potrebbe dire che i nostri risultati indicano una pandemia di inquinamento atmosferico».