L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l’Agenzia europea dei medicinali (Ema), in accordo con le ditte produttrici di antibiotici chinolonici e fluorochinolonici, hanno diramato una nota informativa relativa al possibile rischio di effetti indesiderati invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti. Come è noto, tali antibiotici vengono usati in Italia e nei paesi dell’Unione europea per il trattamento di numerose infezioni batteriche, alcune delle quali potenzialmente letali. A seguito del termine di una revisione su tali antibiotici, le Agenzie hanno informato che i medicinali contenenti cinoxacina, flumechina, acido nalidixico e acido pipemidico verranno ritirati dal commercio. Mentre, i medicinali contenenti ciprofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina, norfloxacina, lomefloxacina, non potranno essere più usati per «il trattamento di infezioni non gravi o autolimitanti (quali faringite, tonsillite e bronchite acuta)», per «la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle vie urinarie inferiori», in caso di «infezioni non batteriche, per esempio la prostatite non batterica (cronica)», per «le infezioni da lievi a moderate (incluse la cistite non complicata, l’esacerbazione acuta della bronchite cronica e della broncopneumopatia cronica ostruttiva – bpco, la rinosinusite batterica acuta e l’otite media acuta), a meno che altri antibiotici comunemente raccomandati per queste infezioni siano ritenuti inappropriati», ed infine nei pazienti «che in passato abbiano manifestato reazioni avverse gravi ad un antibiotico chinolonico o fluorochinolonico».
Tale limitazioni sono state rese necessarie a causa della segnalazione di «reazioni avverse invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso». A tal proposito, qualora i pazienti dovessero presentare «dolore muscolare, debolezza muscolare, dolore articolare, gonfiore articolare, neuropatia periferica ed effetti a carico del sistema nervoso centrale», sono inviati a interrompere il trattamento e consultare il proprio medico per ulteriori consigli in merito. Tale sintomatologia infatti potrebbe essere riferita ai primi segni di reazione avversa grave quale tendinite e rottura del tendine. Per ulteriori informazioni in merito a questa segnalazione è possibile contattare il proprio farmacista di fiducia o consultare la nota informativa integrale al sito ufficiale dell’Agenzia italiana del farmaco, al link http://www.aifa.gov.it/content/nota-informativa-importante-su-medicinali-contenenti-fluorochinoloni-08042019.
Autore: L'Incontro
Il servizio informativo per i pazienti del Centro "L'Incontro" a Teano (CE).
«La pressione arteriosa e il rischio di ictus aumentano costantemente con l’aumentare dell’apporto di alcol. Alla luce di ciò, le precedenti evidenze secondo cui 1-2 bevande alcoliche al giorno potrebbero proteggere dall’ictus sono superate da nuove prove di uno studio genetico che coinvolge 160.000 adulti». È quanto afferma uno studio dal titolo “Moderate alcohol consumption does not protect against stroke, study shows”, pubblicato sull’autorevole rivista “The Lancet”.
Anche se le persone che avevano una o due bevande alcoliche al giorno erano state precedentemente osservate per avere un rischio leggermente inferiore di ictus e infarto rispetto ai non bevitori, non era noto se questo fosse dovuto al fatto che bere moderatamente era leggermente protettivo o se era perché i non bevitori avevano altri problemi di salute di base (ad esempio, essere ex bevitori che si erano fermati a causa di una malattia). Almeno per ictus, l’evidenza genetica ora smentisce l’affermazione che bere moderatamente è protettivo.
Il professor Zhengming Chen, co-autore del Dipartimento di Popolazione della Nuvola di Nuffield, Università di Oxford, afferma: «Non ci sono effetti protettivi nell’assunzione moderata di alcool nei confronti dell’ictus, mentre il consumo moderato di alcol aumenta le probabilità di avere un ictus. l’attacco era meno chiaro, quindi abbiamo intenzione di raccogliere più prove».
Il co-autore Professore Liming Li, dell’Università di Pechino, afferma: «L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità.Questo ampio studio collaborativo ha dimostrato che i tassi di ictus sono aumentati dall’alcol. Questo dovrebbe aiutare a informare le scelte personali e le strategie di salute pubblica».
Con gli stili di vita odierni, del tutto differenti rispetto quelli di una volta, sedentarietà e mancanza di attività fisica costituiscono un possibile problema non solo negli adulti, ma anche negli adolescenti e nei bambini. Per fare il punto della situazione, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato le nuove linee guida sull’attività fisica, comportamento sedentario e sonno per i bambini sotto i 5 anni. «I bambini sotto i cinque anni – spiega il ministero della Salute – devono trascorrere meno tempo seduti a guardare gli schermi, devono dormire meglio e avere più tempo per giocare se vogliono crescere sani». Per questo motivo, le nuove linee guida, «sono state elaborate da un gruppo di esperti dell’Oms che hanno valutato gli effetti sui bambini piccoli di un sonno inadeguato e del tempo trascorso seduti a guardare schermi o seduti su seggioloni e passeggini. Inoltre sono state anche esaminati i benefici di un aumento dei livelli di attività fisica».
A tal proposito, l’Oms evidenzia che «lo schema dell’attività complessiva nelle 24 ore è fondamentale: sostituire il tempo prolungato davanti allo schermo con un gioco più attivo o sedentario, assicurandosi che i bambini piccoli ricevano abbastanza sonno di buona qualità. Il tempo sedentario di qualità trascorso in attività interattive non basate sullo schermo, come lettura, narrazione, canto e puzzle, è molto importante per lo sviluppo del bambino». Da qui, alcune raccomandazioni all’indirizzo dei genitori affinché possano metterle in pratica nell’attività educativa dei loro piccoli.
«Divieto assoluto di restare fermi davanti a uno schermo per i bambini da zero a due anni, mentre dai due ai quattro anni i bimbi non dovrebbero essere mai lasciati per più di un’ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere, come cellulari e tablet». Inoltre, per i piccoli fino a un anno di età, «attività fisica diverse volte al giorno, compresa mezz’ora in posizione prona. Favorire 14-17 ore di sonno totale al giorno ai neonati». Per i bambini da uno a due anni, «almeno tre ore di attività fisica giornaliera e 11-14 ore di sonno totale». Infine, per i piccoli tra i due e i quattro anni di età, «almeno tre ore di attività fisica giornaliera, di cui almeno una di forte intensità e 10-13 ore di sonno totale».
Dopo l’avvio, ormai da più di sei anni, della ricetta elettronica per uso umano, a partire da martedì 16 aprile 2019 anche i proprietari degli animali, piccoli e grandi, dovranno utilizzare il nuovo sistema di prescrizione elettronica, al fine di veder erogati i loro farmaci in farmacia. A darne notizia è il ministero della Salute, il quale, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto attuativo, ha rese operative le nuove modalità. Come funziona, quindi, la nuova ricetta elettronica veterinaria? Il primo passo è a cura del proprietario detentore dell’animale, ovvero quello di recarsi dal medico veterinario. Il professionista prescrive il farmaco emettendo la ricetta. Ogni ricetta ha un numero progressivo e un pin, che cambia da ricetta a ricetta. Il pin serve per garantire la privacy e l’accesso all’informazione della ricetta esclusivamente al proprietario dell’animale. Per l’acquisto dei farmaci prescritti non è necessaria la stampa della ricetta: si può usare il numero ricetta e il pin, o il codice fiscale del proprietario dell’animale e il pin o, in caso di allevamento zootecnico, il codice azienda e il pin. Con queste informazioni, il farmacista visualizza i farmaci prescritti all’animale, dispensa quelli richiesti dal cliente ed infine registra la vendita.
Questo nuovo sistema di prescrizione, predisposto dal ministero della Salute, oltre a semplificare il sistema di accesso ai farmaci – prima era necessario dotarsi di una ricetta cartacea in più copie – consente un maggior controllo dei farmaci erogati. A titolo di esempio, nel caso dei farmaci antibiotici, viene data la possibilità al ministero di controllare il numero di farmaci prescritti e metterli in relazione ai fenomeni di antibiotico-resistenza. Quest’ultima, ricordiamo, è una condizione sulla base della quale i batteri sviluppano meccanismi difensivi tali da rendere inefficaci gli antibiotici usati per combattere un’infezione di natura batterica, e quindi, far diventare necessario l’uso di antibiotici sempre più forti. La ricetta elettronica avrà un impatto anche sulla salute degli animali destinati al consumo alimentare e quindi sulla salute umana. Per concludere, si ricorda che il farmacista di fiducia è sempre disponibile per fornire ulteriori chiarimenti in merito a questa innovazione.
L’autismo porta qualità che aiutano a casa e al lavoro, come anche nello studio. È quanto emerso dallo studio «Mapping the autistic advantage from the accounts of adults diagnosed with autism: a qualitative study», pubblicato sulla rivista scientifica Autism in Adulthood. Secondo quanto emerso, coloro che hanno preso parte alla ricerca hanno affermato di essere in grado di iperfocalizzare, mostrare attenzione ai dettagli, avere una buona memoria ed essere creativi. Inoltre, i 28 adulti autistici intervistati per esplorare l’impatto che la condizione ha avuto sulla loro vita, hanno anche detto che l’autismo li ha resi più onesti, leali e ha aumentato la loro empatia per gli animali e le altre persone autistiche. Dei 28, circa oltre un quarto viveva in modo indipendente e riceveva un sostegno di basso livello, un quarto aveva un supporto di medio livello come un assistente domiciliare e un quarto riceveva un sostegno di alto livello, in un’assistenza residenziale a tempo pieno. Nel complesso, molti partecipanti hanno parlato dell’autismo come un insieme di qualità che possedevano piuttosto che una “malattia” che avevano. Molti hanno detto di aver percepito il mondo in modo diverso e di avere diverse abilità mentali. Alcuni hanno descritto la loro memoria eccezionale in dettaglio grafico, con uno che diceva che era come un “piccolo registratore nella mia testa”. Un altro partecipante ha detto che avrebbe “ricordato le conversazioni parola per parola”.
Alcuni partecipanti hanno affermato di avere un’iper percezione del colore e della forma. La capacità di concentrazione è stata menzionata da quasi tutti i partecipanti. I partecipanti che erano impiegati o all’università descrivevano la loro capacità di “concentrarsi” o “iperfocalizzarsi” su un compito, escludendo tutti gli altri come un enorme vantaggio. Questa abilità è stata descritta come tenacia o perseveranza, ma potrebbe anche causare ansia o esaurimento. Infine, lo studio ha evidenziato che i partecipanti si sono descritti come compassionevoli ed empatici nei confronti degli animali o “per gli altri nello spettro”. I partecipanti hanno detto di essere aperti e questo è stato utile, ma questo è diventato un problema se preso troppo lontano. Altre caratteristiche autistiche erano l’affidabilità, l’integrità e l’odio per le menzogne, nonché un “estremo senso di giustizia”.