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Mangiare bene e perdere peso: ecco le cinque regole del metodo “mindful”

Dagli Usa arriva il metodo che “insegna” a nutrirsi correttamente e combatte naturalmente l’obesità. Semplice come bere un bicchier d’acqua. O meglio, come gustare un piatto appetitoso. Come riportato da Ansa, in America è nato un nuovo metodo alimentare, che nasce come un vero e proprio stile di vita da seguire e che, oltre al benessere, è in grado di garantire il dimagrimento. Niente sacrifici, dunque, ma una nuova consapevolezza da applicare alla vita quotidiana.Il concetto chiave è quello di smettere di pensare alla dieta, a un dimagrimento ossessivo attraverso sacrifici e rinunce, trovando invece un modo diverso di approcciarsi al cibo. Il metodo è stato messo a punto da medici specializzati che cercano di combattere l’obesità ed il cui nome, mindful eating, è stato scelto per indicare un tipo di alimentazione pensata e volta a riscoprire il cibo, assaporandolo fino ad appagarsi con porzioni più ridotte del solito.è stato aperto addirittura un centro, dove psicologi e coach specializzati insegnano questo nuovo modo di mangiare che, a detta di chi lo ha già provato, funziona.Le regole per mangiare mindful sono cinque, apparentemente semplici, ma indispensabili per sperare di raggiungere risultati soddisfacenti. Bisogna sedersi sempre quando si mangia, assaporare attentamente e lentamente ogni alimento, pezzo per pezzo, masticare piano, assecondando ogni gusto e retrogusto, creare un ambiente consono, con poche distrazioni e che aiuti la concentrazione sul cibo e sorridere sempre tra un boccone e l’altro. “Bisogna abbandonare radicalmente la mentalità di essere a dieta e mangiare tutto quello che ti piace con totale presenza di spirito ogni momento, ogni boccone, ogni sapore”, ha spiegato Susan Albers, psicologa della Cleveland Clinic, in un’intervista rilanciata dall’agenzia Ansa. “Quando affiniamo ogni senso nell’assunzione di cibo, ascoltiamo il nostro corpo che ci dirà naturalmente quando smettere”. “Il nostro obiettivo – ha ripetuto Albers – è stimolare la concentrazione sull’attimo presente, accettando i propri gusti e appetiti, stimolando la curiosità verso ogni sapore”. La promessa – secondo gli esperti – non è quella di dimagrire. Ma la pratica condurrebbe naturalmente alla perdita di peso.

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Arriva la guida SIP-SITIP per il bambino viaggiatore

Quello del bambino viaggiatore è stato uno dei temi al centro della prima giornata di lavori al 74° Congresso della Società Italiana di Pediatria, SIP che si è aperto il 12 giugno a Roma, con un focus della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) dedicato a tutti i bambini che viaggiano, in particolare i bambini turisti e i bambini figli di immigrati che tornano in visita nel loro Paese di origine (VFR).  “Questi infatti, sono i bambini maggiormente a rischio di contrarre infezioni durante un viaggio: il rischio infettivo è sottovalutato da parte dei genitori e la cultura della profilassi limitata”, spiega la Presidente SITIP Luisa Galli. “È importante essere bene informati sui possibili rischi a cui si può andare incontro prima, durante e dopo ogni viaggio, pianificando ogni dettaglio nel rispetto della salute e del benessere dei bambini e di tutta la famiglia”, afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani. Per trascorrere vacanze in serenità, ecco la guida in 10 punti SITIP-SIP per viaggiare sicuri.
1. Cosa fare prima di un viaggio. Un viaggio deve essere organizzato con largo anticipo: raccomandiamo un incontro con il proprio pediatra di famiglia almeno 4-6 settimane prima della partenza, per valutare la storia clinica del bambino, il suo stato di immunizzazione, la necessità di somministrare vaccini o intraprendere profilassi antibiotica specifica, per raccogliere informazioni dettagliate sul viaggio e identificare eventuali controindicazioni.
2. Cosa mettere in valigia: 12 cose da non dimenticare. È indispensabile mettere in valigia farmaci e presidi di uso comune che potrebbero non essere disponibili nel Paese di destinazione:- soluzioni disinfettanti- gel disinfettante per le mani- analgesici e antipiretici- pomate cortisoniche contro punture di insetti- anticinetosici contro mal d’auto, d’aereo, di mare- 1 antibiotico ad ampio spettro- soluzioni reidratanti orali- prodotti antizanzare- antimalarici (se indicata la profilassi)- creme solari ad alta protezione- farmaci utilizzati abitualmente, in quantità sufficiente per tutta la durata del viaggio ed eventualmente un 10% di prodotti in più per far fronte ad eventuali imprevisti- certificato di assicurazione sanitaria 3. Viaggio in aereo I bambini possono viaggiare tranquillamente in aereo, sconsigliato solo in caso di malattie infettive acute (sinusiti o infezioni dell’orecchio), interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche severe, neonati di età < 48 ore e donne in gravidanza dopo la 36a settimana di gestazione (dopo la 32a settimana, in caso di gravidanze multiple).Durante lunghi viaggi in ambienti ristretti è bene distrarre i bambini portando i loro libri e giocattoli preferiti, insieme al materiale da toilette - per farli stare sempre puliti - e a scorte di cibo e bevande. 4. Viaggio in macchina: sempre sul seggiolinoIl bambino deve essere sempre assicurato nell’apposito seggiolino o adattatore; se l’auto viene noleggiata è necessario controllare l’efficienza di tali dispositivi.Per prevenire i casi di nausea e vomito è fondamentale somministrare ai bambini una dieta leggera prima del viaggio e mantenere una buona areazione del veicolo.  5. In montagna. Le temperature della montagna, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono adatte alle vacanze con i bambini. Con qualche precauzione da osservare.  Il mal di montagna acuto è la patologia più frequente in età pediatrica, caratterizzata da sintomi aspecifici (condizioni generali abbattute, irritabilità, anoressia, nausea, vomito, disturbi del sonno) e associata al raggiungimento in breve tempo di quote superiori ai 2.500 metri. Si può prevenire raggiungendo gradualmente quote particolarmente elevate, non è invece consigliata una profilassi farmacologica.  6. Cosa mangio? Attenzione alla “diarrea del viaggiatore” È tra le patologie infettive più diffuse durante un viaggio internazionale soprattutto in Paesi come Asia, Medio Oriente, Africa, Messico e America Centro-Meridionale. Si manifesta nel 90% dei casi entro le prime due settimane del viaggio.La prevenzione della diarrea del viaggiatore e di altre malattie a carico dell’apparato gastrointestinale è fondamentale rispettando alcune semplici regole:- bere solo acqua e bevande contenute in bottiglie sigillate; in alternativa l’acqua deve essere sterilizzata con l’ebollizione o con trattamenti chimici- evitare l’uso di ghiaccio nelle bevande- consumare solo latte bollito o pastorizzato- evitare di assumere verdura cruda, frutta non sbucciata- evitare panini preparati con carne fredda/verdura cruda- evitare piatti con uova non cotte, gelati, dolci cremosi, budini e i succhi di frutta preparati artigianalmente- evitare di lavare i denti con acqua potenzialmente infetta- prima di preparare gli alimenti, lavarsi bene le mani con acqua e sapone o, se non disponibili, con salviettine sterilizzanti 7. Chiare, fresche e dolci acque L’annegamento è la seconda causa di morte più diffusa nei bambini che viaggiano. È quindi fondamentale che indossino sempre dispositivi di sicurezza e soprattutto che siano strettamente supervisionati dai genitori.In generale, i bagni di mare non comportano rischi di malattie infettive. Si raccomanda tuttavia di:- effettuare bagni solamente in zone turistiche attrezzate- indossare scarpette da bagno per proteggersi dalle punture di pesci, ricci di mare, crostacei e coralli- evitare di allontanarsi con il bambino: in mare aperto c’è il pericolo delle correnti e delle maree- non fare il bagno di prima mattina e dopo il tramonto, perché con il sopraggiungere del buio i grossi predatori si avvicinano alle spiagge 8. Punture di insettiGli insetti possono avere un ruolo essenziale nella trasmissione di alcune malattie. Sebbene la maggior parte di queste patologie sia prevenibile con vaccinazioni o chemioprofilassi, è importante adottare norme comportamentali per evitare il contatto con questi vettori, soprattutto con le zanzare, più diffuse negli ambienti rurali, nelle ore notturne e durante la stagione delle piogge. Si consiglia di:- evitare l’esposizione alle zanzare, soprattutto nelle ore notturne, rimanendo in ambienti chiusi, preferibilmente con aria condizionata- posizionare zanzariere alle finestre e intorno al letto, preferibilmente trattate con insetticidi (permetrina)- indossare abiti di colore chiaro, che coprano braccia e gambe, preferire scarpe chiuse ai sandali- utilizzare spray insetticidi, fornelletti elettrici con pastiglie a base di insetticidi e spirali antizanzare, solo in ambienti all’aperto o molto ventilati, per evitarne l’inalazione- applicare repellenti sulla cute esposta e sui vestiti indossati. I repellenti andrebbero applicati ogni 3-4 ore, soprattutto in aree climatiche caldo-umide. Nei bambini va evitata l’applicazione dei repellenti sulle mani, per evitare l’ingestione involontaria del prodotto. La maggior parte dei repellenti può essere utilizzata per bambini di età superiore ai 2 mesi, ad eccezione dei prodotti a base di olio di limone ed eucalipto. 9. Morsi di animaliMorsi o ferite da animali possono essere molto dannosi e determinare la trasmissione di alcune malattie, principalmente la rabbia. Per evitare questi pericoli possono essere presi alcuni accorgimenti:- prima della partenza è necessario accertarsi di essere in regola con la vaccinazione antitetanica e, ove sia presente il rischio di rabbia, eseguire la vaccinazione- durante il viaggio evitare di avvicinare o nutrire animali non familiari, domestici e non- in caso di morso di animale, la ferita va pulita e disinfettata- ove presente il rischio di esposizione a rabbia, è necessario consultare una struttura sanitaria localmente per prendere in considerazione una profilassi post-esposizione antirabbia (vaccino/immunoglobuline) e dosi booster di antitetanica. 10. Cosa fare al rientroAl rientro da un viaggio, in particolare da Paesi ad alta endemia è consigliata una visita medica di controllo: diverse malattie possono manifestarsi anche a distanza di tempo come malaria e parassitosi intestinali.Questa regola vale soprattutto per bambini affetti da patologie croniche (malattie cardiorespiratorie, diabete mellito, immunodeficienza), per coloro che sono stati esposti ad una malattia infettiva durante il viaggio o che hanno trascorso più di 3 mesi in un Paese in via di sviluppo.È essenziale consultare il pediatra curante in presenza di febbre, diarrea persistente, vomito, ittero, sintomi urinari, manifestazioni cutanee. Anche i neonati possono viaggiare, utilizzando degli accorgimenti che possono limitare lo stress e rendere più confortevole il viaggio.  in auto, se le condizioni climatiche favorevoli sono garantite all'interno dell’abitacolo. Il neonato deve essere alloggiato nel suo “ovetto”, conforme alla normativa europea. Fino ai 9 chili di peso del bambino, il seggiolino deve essere installato obbligatoriamente in senso contrario a quello di marcia.È preferibile porre il seggiolino sul sedile posteriore: il posto più sicuro per il bambino è il sedile centrale posteriore, più riparato in caso di urto sia frontale che laterale.La posizione del seggiolino sul sedile posteriore è obbligatoria qualora la macchina possegga l'air bag in corrispondenza del sedile anteriore del passeggero. Non è raccomandabile tenere i bambini in braccio.Non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla sempre a temperature non inferiori a 22-23 gradi.Prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il neonato debba essere alimentato.Il treno è una soluzione comoda perché offre più spazio per muoversi, per passeggiare e per collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità. In montagnaTemperature adatte anche ai neonati in montagna. Tuttavia, è preferibile che non si tratti di periodi troppo brevi per consentire quei fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e di pressione atmosferica.  Altezze elevate (superiori a 2000/2500 mt) sono generalmente da evitare.È sconsigliabile anche effettuare gite troppo lunghe o passeggiate impegnative con bambini di poche settimane. Ricordiamo, infatti, che il neonato non ha una struttura ossea e muscolare adatta ad essere trasportato “a spalla” da riservare invece per i bambini più grandicelli. Cosa mangiareIn caso di allattamento materno: nessun problema. Nei casi di allattamento con formula considerare che, soprattutto nei Paesi tropicali l'acqua è una delle più frequenti fonti di malattie gastroenteriche, e molto spesso quella proveniente dagli acquedotti non è potabile. Va, quindi, utilizzata per la preparazione del latte acqua minerale contenuta in bottiglie sigillate.Se l'acqua disponibile non è potabile, il metodo più sicuro per la potabilizzazione è quello dell'ebollizione che deve essere protratta per almeno 10 minuti; è necessario inoltre conservare l’acqua nello stesso recipiente fino al momento del consumo. Raggi ultraviolettiBenché siano noti gli effetti benefici della luce solare in età pediatrica, i raggi ultravioletti possono essere anche pericolosi. Alcuni consigli:i bambini di età < 6 mesi devono essere tenuti all’ombra e devono indossare vestiti che proteggano la maggior parte della superficie corporea; applicare una protezione solare totale nelle zone foto esposte come viso e mani i bambini di età > 6 mesi devono comunque applicare creme solari protettive verso UVA e UVB, da riapplicare sistematicamente dopo il bagno in mare o in piscina; tener presente che l’applicazione di repellenti per insetti riduce l’effetto protettivo delle creme solari.

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Strofinacci e intossicazioni alimentari: quando il nemico è invisibile

I comuni, banali, utilizzatissimi strofinacci che tutti abbiamo in cucina, in realtà rappresentano una delle potenziali cause di intossicazioni alimentari. È quanto emerge da una ricerca dell’Università di Mauritius che è stata presentata ad Asm microbe, l’incontro annuale dell’American Society for Microbiology. Dallo studio è emerso che il 49% degli asciugamani da cucina che sono stati analizzati ha avuto una crescita batterica che è aumentata in relazione a diversi fattori, dal numero dei componenti della famiglia agli eventuali bambini. Gli strofinacci che vengono utilizzati per asciugare le stoviglie, mani e alimenti, oppure pulire le superfici, avevano un numero di batteri maggiore rispetto agli asciugamani monouso. Inoltre, quelli umidi avevano una quantità di batteri superiore a quelli asciutti.Dei campioni risultati positivi per la crescita batterica, il 36,7% ha sviluppato coliformi, il 36,7% gli enterococchi e il 14,3% gli stafilococchi aurei. Il rischio di avere i coliformi (genere di cui fa parte anche l’Escherichia coli, normale flora dell’intestino rilasciata nelle feci) era più alto negli asciugamani umidi rispetto a quelli asciutti, negli asciugamani multiuso rispetto a quelli monouso e nelle famiglie che avevano una dieta non vegetariana. La presenza di Escherichia coli è il segno di possibili contaminazioni fecali e della mancanza di condotte igieniche. La presenza di questi potenziali agenti patogeni negli asciugamani da cucina indica, secondo gli studiosi, che potrebbero essere responsabili di contaminazioni che causano intossicazioni alimentari. Evitare le intossicazioni di questo tipo però è semplice, sottolineano i ricercatori, che consigliano di non usare lo stesso strofinaccio per asciugare le mani, i piatti e piani da lavoro che sono più facilmente contaminati. Serve, inoltre, cambiare spesso lo strofinaccio e le spugne da cucina e lasciarle asciugare dopo ogni utilizzo. Una buona opzione è rappresentata dalla carta monouso.

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Ricerca italiana svela i benefici delle mele: belle, buone e anche sane

Una ricerca, tutta italiana, ha dimostrato come i polifenoli, molecole naturali anti-infiammatorie, anti-diabete e anti-cancro, contenuti nella polpa e nella buccia delle mele, siano fondamentali per “togliere il medico di torno”. E mai adagio fu più indovinato. La scoperta è della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento) in collaborazione con il Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria (CREA) ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica Food Research International. I ricercatori del Dipartimento Qualità alimentare e Nutrizione FEM e del Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA hanno seguito un gruppo di 12 volontari sani, che in due diverse occasioni hanno consumato una spremuta di mela di alta qualità, oppure arricchita in polifenoli della mela, con l’obiettivo di valutare come queste sostanze fossero metabolizzate. La ricerca ha dimostrato che nessuno dei composti fenolici presenti nel succo di mela si ritrova nell’organismo nella sua forma originale (cioè quella presente nella mela). Infatti, questi composti vengono variamente metabolizzati nell’uomo in 110 diverse forme chimiche che compaiono nel circolo sanguigno prima, e nelle urine poi. Utilizzando tecniche “metabolomiche”, che permettono lo studio contemporaneo di un numero molto elevato di composti, i ricercatori hanno potuto descrivere la cinetica di metaboliti di particolare interesse. Tutti composti fenolici particolarmente abbondanti nella mela, specie se consumata con la buccia. “La quantità e la persistenza di ognuna di queste molecole nei fluidi biologici, è risultata molto variabile tra un individuo e l’altro¬ – spiegano i ricercatori –   non solo a causa di differenze genetiche, ma anche a causa di differenze nella composizione del microbiota intestinale”. Infatti, i ricercatori hanno potuto appurare che mentre il 40% dei metaboliti originava dai processi metabolici umani, il restante 60% richiedeva l’intervento dell’azione dei batteri intestinali per poter entrare in circolo. I metaboliti derivanti dal metabolismo microbico sono risultati più persistenti, cioè capaci di rimanere in circolo per periodi molto più lunghi. Inoltre, è stata osservata un’interessante correlazione tra la composizione dei batteri intestinali e la quantità di metaboliti circolanti. L’esperimento ha permesso di dimostrare che all’aumentare della ricchezza in polifenoli, aumentano le quantità dei loro metaboliti circolanti che dipendono dalla dose assunta. Mentre una parte limitata dei composti bioattivi della mela transitano rapidamente nell’organismo umano, la maggioranza persiste nelle urine anche a 24 ore dal consumo, in concentrazioni molto variabili e modulate dal microbiota individuale.

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Coldiretti e la dieta “salva esami”: sì alla frutta fresca, no al caffè

Giornate interminabili trascorse sui libri, notti passate a ripetere le lezioni e picchi di tensione mai provati. Chi non ricorda le sensazioni legate ai fantomatici esami di maturità? Chi si prepara ad affrontarli adesso, ovviamente, che – più che ricordarle– le vive per la prima volta. Coldiretti, anche quest’anno è intervenuta con i consigli pratici relativi agli errori alimentari più comuni compiuti dagli studenti in questo periodo, per aiutarli ad affrontare una delle prove più significative della vita. Coldiretti ha stilato una vera e propria lista degli alimenti “promossi e bocciati” nella dieta per gli esami di maturità, che interessano in questi giorni circa 500.000 studenti. L’abuso di caffè è lo sbaglio in cui si inciampa più frequentemente: provoca eccitazione, ansia ed insonnia e fa perdere concentrazione e serenità, mentre il consumo di frutta fresca è un valido alleato per combattere il grande caldo che disturba in questi giorni gli studi. Un aiuto per vincere la preoccupazione viene dagli alimenti come pane, pasta o riso, lattuga, radicchio, cipolla, formaggi freschi, yogurt, uova bollite, latte caldo, frutta dolce e infusi al miele, che favoriscono il sonno e aiutano l’organismo a rilassarsi.  Banditi invece, perché possono provocare insonnia e agitazione, sono, oltre al caffè anche patatine in sacchetto, salatini e cioccolata, spesso presenti come consolatorio ristoro. È necessario – consiglia la Coldiretti – cercare di riposare adeguatamente facendo attenzione all’alimentazione, evitando sia il digiuno che gli eccessi, in particolare con cibi pesanti o con sostanze eccitanti. Da evitare, oltre agli alimenti in scatola, vengono segnalati i cibi con sodio in eccesso, come curry, pepe, paprika e sale in abbondanza, ma anche piatti nei quali sia stato utilizzato dado da cucina. Esistono invece cibi che – evidenzia la Coldiretti – aiutano a rilassarsi per la presenza di un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione, ma effetti positivi nella dieta serale si hanno con legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi. Tra le verdure – ricorda ancora la Coldiretti – al primo posto la lattuga, seguita da cipolla e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno. Bene anche un bicchiere di latte caldo, prima di andare a letto, che oltre a diminuire l’acidità gastrica che può interrompere il sonno, fa entrare in circolo durante la digestione elementi che favoriscono una buona dormita per via di sostanze, presenti anche in formaggi freschi e yogurt, che sono in grado di attenuare insonnia e nervosismo. Infine – conclude la Coldiretti – infusi e tisane dolcificati con miele creano un’atmosfera di relax che distende la mente e la rende più pronta a rispondere alle sollecitazioni. Strizzando l’occhio al gusto e addolcendo l’attesa.