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Ictus cerebrale, studio conferma: la sauna ne riduce il rischio

Fare saune con una certa regolarità porta alla riduzione del rischio di ictus cerebrale, la conferma arriva da un team di ricercatori che hanno studiato 1628 uomini e donne sani di età compresa tra i 53 e i 73 anni.
I ricercatori hanno raccolto dagli individui varie informazioni tra cui indice di massa corporea, consumo di alcool, fumo, pressione sanguigna, livello di colesterolo nel sangue, ed altre caratteristiche peculiari che sia già risaputo impattino sulla salute cardiovascolare.
I partecipanti allo studio hanno indicato ai ricercatori anche quante saune Finlandesi facevano a settimana e quanto tempo restavano all’interno sauna. Nello studio durato 15 anni, durante il periodo di analisi, queste persone sono state soggette a 155 episodi di ictus.
Ebbene, i dati delle persone che facevano due, tre saune a settimana, comparati con quelli di coloro che invece ne facevano solo una, hanno mostrato che questi ultimi avevano una probabilità del 12% più alta di avere un evento di ictus.
Non è tutto. Coloro che facevano invece da quattro a sette saune a settimana, avevano una percentuale del 62% più bassa di avere un evento di ictus cerebrale.
I ricercatori dell’University of Eastern Finland hanno precisato che lo studio è stato solo di natura osservazionale, ovvero di limitarsi ad osservare, e non ha messo in relazione il rapporto beneficio-causa, sebbene possano esserci alcune plausibili ipotesi di questa possibile protezione, ovvero, che l’incremento della temperatura anche solamente di uno o due gradi Celsius può limitare i processi infiammatori corporei e ridurre la rigidezza delle arterie.

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Tumori rari, istituito tavolo coordinamento della Rete Nazionale

Si è insediato a Roma il 4 maggio 2018, presso la sede di AGENAS, il Tavolo di Coordinamento della Rete Nazionale dei Tumori Rari. La Rete Nazionale Tumori Rari è una collaborazione permanente tra centri oncologici su tutto il territorio nazionale, finalizzata al miglioramento dell’assistenza ai pazienti con tumori rari, attraverso la condivisione a distanza di casi clinici, l’assimilazione della diagnosi e del trattamento secondo criteri comuni, il razionale accesso dei pazienti alle risorse di diagnosi e cura.
Il Tavolo insediatosi è composto da rappresentanti dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, del Ministero della Salute, delle Regioni, di esperti dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Associazionismo oncologico.
Obiettivo del Coordinamento è quello di «garantire e promuovere su tutto il territorio nazionale lo sviluppo e l’implementazione della Rete Nazionale dei Tumori Rari, prevista dall’Intesa Stato-Regioni del 21 settembre 2017 e dal DM 01.02.2018, assicurandone il monitoraggio e la valutazione anche per individuare tempestivamente ambiti di miglioramento, promuovere l’ottimizzazione dell’uso delle risorse per la ricerca e definire la gestione operativa di una piattaforma web, rivolta ai pazienti per veicolare corrette informazioni e ai professionisti per svolgere attività di telemedicina».

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Il “pisolino” pomeridiano? Negli adolescenti utile per attenzione e memoria

Non più di 60 minuti ed almeno 30 e non dopo le quattro del pomeriggio, la durata ideale del pisolino negli adolescenti per poter migliorare livelli di attenzione, abilità di ragionamento non verbale e la memoria spaziale. Questo è in sintesi il risultato di uno studio dell’Università del Delaware pubblicato sulla rivista scientifica Behavioural Sleep Medicine.
Lo studio ha interessato 363 giovani cinesi con un’età media di 12 anni misurando il ritmo circadiano partendo dall’assunto che nei ragazzi questo ritmo è avanti di una-due ore rispetto alle fasi preadolescenziali. Ritardo che negli adolescenti è spesso modificato perché devono alzarsi presto per andare a scuola e ciò ne consegue che gli stessi possano sviluppare una privazione cronica del sonno.
Ebbene, misurando il riposino pomeridiano, la durata del sonno notturno, la qualità dello stesso, oltre che altre funzioni neurocognitive, è emerso che – in coloro che cedevano almeno cinque giorni a settimana al pisolino – non solo che miglioravano le prestazioni di alcuni campi specifici come i livelli di attenzione, l’abilità di ragionamento non verbale e la memoria spaziale, ma coloro che seguivano con continuità l’abitudine di riposare, dormivano meglio la notte.

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Social media, in USA sempre più giovani in cliniche per disintossicarsi

Ansia, stress, vergogna, sensazione di malessere, questi i principali sintomi lamentati dai giovani adolescenti americani, causati dall’utilizzo continuo e smisurato dei social media. In pratica, una vera e propria dipendenza che spinge molti di questi giovani a rivolgersi a centri di trattamento appositamente istituiti.
Aumenta il numero di strutture per il trattamento dei disturbi e dipendenze da social media, sebbene non sia un disturbo ufficialmente riconosciuto. L’assuefazione riguarda messaggi in chat, snap-chat, twitter, facebook, instagram e l’uso smisurato e fuori controllo che costringe i giovani a rivolgersi a centri per la riabilitazione nei quali gli adolescenti vengono lasciati senza smartphone e Internet ed iscritti a percorsi riabilitativi specifici.
Il dato più sconcertante è la consapevolezza dell’assuefazione, secondo l’organizzazione Common-Sense Media, sono infatti gli stessi ragazzi a riconoscere di essere dipendenti dai social media e a chiedere aiuto ai genitori. Il 50% dei ragazzi dichiara di avere serie difficoltà a disconnettersi dal mondo “virtuale” e ritornare quello reale.
Adolescenti che secondo il Centro “Paradigm” in California passano dalle 6 alle 8 ore al giorno ad usare gli smartphone.
Le cliniche specializzate offrono la possibilità – a caro prezzo, circa 50.000 dollari a trattamento – di potersi disconnettere e, dopo giorni di trattamento, cancellare la presenza dai principali siti.

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Diabete, pazienti in errore con prelievo di insulina da cartucce e penne pre-riempite

L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco richiama l’attenzione dei Pazienti diabetici in merito alle misure da adottare per ridurre il rischio di errori terapeutici (disglicemia) associati all’estrazione di insulina con una siringa da cartucce e penne pre-riempite.
Nell’ottica di garantire la sicurezza dei pazienti, l’AIFA, su raccomandazione dell’Agenzia Europea del Farmaco, indica quali siano le norme di corretto impiego delle insuline, sottolineando che «l’estrazione di insulina dalle cartucce e dalle penne comporta un rischio di errore di dosaggio a causa di mescolamento di tipi diversi di insuline, errori di conversione della dose – in particolare con concentrazioni di insulina differenti -, e compromissione delle capacità di dosaggio della penna».
Pertanto l’AIFA rende noto che «è sconsigliato l’impiego di siringhe per prelevare la dose necessaria da cartucce e penne pre-riempite, in caso di malfunzionamento di una penna pre-riempita per insulina è opportuno utilizzare una penna sostitutiva; le conseguenze degli errori di dosaggio espongono a rischio la vita del paziente».
Ai pazienti inoltre viene ricordato quali siano le azioni da intraprendere in caso di malfunzionamento della penna, ovvero di «assicurarsi di avere sempre a disposizione penne monouso, aghi e/o cartucce per penne riutilizzabili: provare con un ago sostitutivo (e/o con una nuova cartuccia per le penne riutilizzabili) in caso di malfunzionamento o se ciò non fosse sufficiente, usare una penna sostitutiva; essere consapevoli di come ottenere una penna sostitutiva in caso di emergenza (nel caso di penne monouso: avere sempre a disposizione un penna di scorta; nel caso di penne riutilizzabili: contattare il medico per la prescrizione di una formulazione alternativa dell’insulina utilizzata) o quando può essere necessario un monitoraggio della glicemia più frequente o quando cercare assistenza medica; deve essere ricordato che la manomissione della penna e/o della cartuccia per le penne riutilizzabili può portare a imprecisioni nella somministrazione delle dosi successive.» Per qualsiasi ulteriore chiarimento è necessario leggere il Foglio Illustrativo dei medicinali, rivolgersi al medico di famiglia o diabetologo o al farmacista di fiducia.