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Mal di testa ricorrente: quando è necessario preoccuparsi

Il mal di testa, o cefalea, è molto frequente e interessa parte della popolazione. Le cause sono spesso legate a stress, stanchezza, postura scorretta o ciclo sonno-veglia irregolare. In molti casi, gli episodi sono di lieve o moderata intensità e tendono a risolversi in modo spontaneo o con l’ausilio di semplici accorgimenti. Esistono diversi tipi di cefalea, tra cui quella tensiva e l’emicrania, che si differenziano per la localizzazione del dolore e per i sintomi. La gestione iniziale del disturbo può avvalersi di approcci non farmacologici.

Approcci non farmacologici per la gestione del disturbo

Esistono più strategie che possono essere adottate per alleviare il mal di testa senza ricorrere immediatamente a terapie farmacologiche. Tali metodi sono considerati di primo intervento e sono indicati per episodi di lieve entità. È possibile citare il riposo in un ambiente silenzioso e con poca luce, l’applicazione di impacci freddi sulla fronte o caldi sulla nuca a seconda della tipologia di dolore, e una moderata idratazione. Anche le tecniche di rilassamento possono contrastare le cefalee di origine tensiva. I rimedi naturali trovano applicazione in situazioni non complesse.

Quando è bene rivolgersi a un medico

Sebbene molti episodi di mal di testa siano normali, è importante riconoscerne i segnali che richiedono un parere medico. La valutazione specialistica, infatti, è necessaria quando il dolore si presenta con un’intensità mai sperimentata prima, quando persiste o peggiora nonostante le terapie, o quando è accompagnato da sintomi tra cui febbre, disturbi della vista, difficoltà nel linguaggio o debolezza agli arti. Anche un esordio improvviso e violento del dolore, definito a rombo di tuono, costituisce un motivo per un immediato consulto. La frequenza degli attacchi, se elevata, è un ulteriore elemento da sottoporre all’attenzione di un professionista della salute. In ogni caso, il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare, ed è necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.

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Salute delle gambe: come prevenire pesantezza, stanchezza e gonfiori

La sensazione di pesantezza agli arti inferiori, accompagnata talvolta da lievi gonfiori, è un disagio comune che può essere influenzato da stile di vita sedentario o, al contrario, posizione eretta prolungata. Le alte temperature possono portare all’insorgenza del problema, portando alla vasodilatazione. Il principio fondamentale su cui agire è la circolazione sanguigna. Un ritorno venoso difficoltoso dalle estremità verso il cuore può infatti generare i sintomi descritti. Dunque, è utile adottare i comportamenti volti a favorire il flusso ematico.

Stile di vita e movimento quotidiano

L’attività fisica regolare è determinante per la salute delle gambe. Non è necessario praticare sport intensi: anche una camminata a passo sostenuto per un tempo adeguato può essere un inizio. Il movimento dei muscoli degli arti inferiori funziona come una pompa, spingendo il sangue verso l’alto e contrastando la forza di gravità. I chili in eccesso possono gravare sulla circolazione. Di notte può essere utile alzare leggermente i piedi del letto per agevolare il drenaggio dei liquidi. Evitare abiti eccessivamente stretti o tacchi alti.

Il supporto dei trattamenti e la gestione quotidiana

L’applicazione di docce fredde alle gambe, partendo dalle caviglie e risalendo verso le cosce, da’ sollievo immediato e temporaneo. Esistono preparati di origine naturale, come estratti vegetali, che vengono impiegati per le loro proprietà. È fondamentale comprendere che tali approcci sono di carattere preventivo e sintomatico. L’idratazione costante, con adeguata di acqua, aiuta a mantenere l’equilibrio dei liquidi corporei. In caso di esposizione al sole, è raccomandabile proteggere la pelle e evitare le ore più calde. Il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti, ove la problematica presentata dovesse perdurare, ed è necessario contattare i medici curanti o i medici specialisti di riferimento.

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Difese immunitarie, quali sono gli alimenti e integratori utili?

Il sistema immunitario è una complessa rete di difesa dell’organismo, il cui corretto funzionamento è influenzato da diversi fattori. Un supporto per il suo mantenimento proviene proprio dall’alimentazione di tutti i giorni. Vi sono, infatti, alimenti e integratori meno conosciuti che possono dare aiuto al funzionamento. La scelta di cibi appropriati e l’eventuale integrazione possono essere considerate per un sostegno continuativo alle naturali difese dell’organismo, senza soluzione di continuità tra le diverse stagioni.

L’alimentazione varia ed equilibrata

L’alimentazione varia ed equilibrata costituisce la base per il mantenimento di un buono stato di salute generale e, di conseguenza, per il supporto alle difese immunitarie. Con frutta e verdura, è possibile introdurre i funghi, quali shiitake e maitake, che contengono beta-glucani. Alghe come spirulina e clorella sono considerate fonti di nutrienti. La curcuma, spezia dalle proprietà riconosciute, e l’aglio, noto per i suoi componenti solforati, completano le opzioni alimentari che possono essere inserite in un regime dietetico consapevole.

Il ruolo complementare degli integratori alimentari

Gli integratori alimentari possono dare supporto, specialmente in situazioni di aumentato fabbisogno o di ridotto apporto con l’alimentazione. Tra le sostanze meno conosciute l’arabinolattano, polisaccaride estratto dalla pianta del larice, e il beta-glucano d’avena. La lattoferrina, glicoproteina presente nel latte, e alcuni estratti vegetali specifici possono essere utili. Echinacea e uncaria sono esempi di piante il cui utilizzo è finalizzato al benessere delle prime vie respiratorie e al sostegno delle naturali difese organiche.

Scegliere l’integratore con il farmacista o il medico

Ciò nonostante, la scelta di un integratore alimentare deve essere effettuata con attenzione, considerando le proprie condizioni fisiologiche e dopo un confronto con personale sanitario qualificato. È essenziale seguire le modalità d’uso indicate sulla confezione del prodotto o quelle prescritte dal farmacista o dal medico. L’acquisto di integratori deve avvenire attraverso canali affidabili, come le farmacie, che danno qualità e tracciabilità dei prodotti. Un approccio complessivo che unisca uno stile di vita corretto a un’alimentazione bilanciata rimane il fondamento principale per il benessere dell’organismo. È utile ricordare che il presente articolo non intende sostituire il rapporto con il medico curante. In caso di problematiche persistenti è necessario rivolgersi al proprio medico o allo specialista di riferimento.

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Ora solare: come adattarsi al cambio dell’orario

Il ritorno all’ora solare è un evento che interessa l’organismo nel suo complesso, che richiede il riadattamento dei ritmi circadiani. Sebbene per molti individui si traduca in un’ora di sonno in più, la modifica può incidere su diversi aspetti del benessere: qualità del riposo, stabilità dell’umore e capacità di concentrazione. L’organismo, dunque, deve sincronizzarsi con il ciclo naturale di luce e buio, processo paragonabile a un leggero jet lag. Il periodo di transizione può essere più impegnativo per coloro che già sperimentano difficoltà legate al sonno, per la popolazione anziana, e per i soggetti con orari di lavoro variabili.

Strategie per l’adattamento graduale

È benefica l’esposizione alla luce solare durante le ore centrali della giornata, poiché aiuta a regolare il ritmo sonno-veglia. La costanza negli orari dei pasti e del riposo notturno costituisce un altro elemento fondamentale. Le abitudini aiutano a ristabilire un equilibrio fisiologico che tipicamente si recupera nel giro di pochi giorni, a patto di assecondare le esigenze naturali del proprio corpo.

Rispetto per se e per i propri ritmi

L’approccio più indicato per affrontare il cambio di orario si basa sul mantenimento di una routine regolare, in linea con i propri ritmi biologici. La regolarità nelle abitudini di sonno e di alimentazione funge da stabilizzatore per l’organismo durante la fase di transizione. È importante riconoscere che gli effetti del passaggio all’ora solare sono generalmente temporanei e di modesta entità per la maggior parte delle persone. Tuttavia, prestare attenzione ai segnali e adottare comportamenti consapevoli può favorire un ritorno alla normalità in modo più armonioso e senza disagi.

I consigli forniti dai farmacisti hanno scopo puramente informativo e non intendono sostituire il parere del medico curante. Qualora i disturbi legati al cambio dell’ora o altre problematiche persistano, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia o allo specialista di riferimento.

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Crysvita e ipercalcemia: informazioni di sicurezza

Sono stati segnalati casi di innalzamento dei livelli di calcio nel sangue, compresi episodi di ipercalcemia grave, in persone sottoposte a terapia con burosumab, principio attivo del medicinale Crysvita. La situazione si è manifestata con particolare evidenza in soggetti affetti da una condizione clinica nota come iperparatiroidismo terziario. Insieme all’aumento del calcio, sono stati osservati anche incrementi dei valori dell’ormone paratiroideo. Alla luce delle osservazioni, le autorità regolatorie europee e italiane hanno condiviso una nota informativa per aggiornare le raccomandazioni sull’impiego del farmaco.

Monitoraggio regolare dei parametri ematici

È stato stabilito che il controllo periodico del calcio sierico e dell’ormone paratiroideo costituisce una misura necessaria. Il monitoraggio deve essere effettuato prima di cominciare la cura, dopo una o due settimane dall’inizio del trattamento o in seguito a una modifica del dosaggio, e successivamente a cadenza semestrale. Per i bambini di età compresa tra uno e due anni, il controllo deve avvenire con maggiore frequenza, ovvero ogni tre mesi. La somministrazione del farmaco non è raccomandata in presenza di ipercalcemia da moderata a grave, che deve essere risolta prima di procedere con la terapia.

Fattori di rischio e condizioni preesistenti

Esistono diverse situazioni che possono portare ad accrescere la probabilità di sviluppare ipercalcemia durante il trattamento. Le autorità hanno segnalato la presenza di iperparatiroidismo, periodi di immobilizzazione prolungata, stati di disidratazione, un eccesso di vitamina D nell’organismo o un deterioramento della funzionalità renale. I pazienti con iperparatiroidismo terziario richiedono una particolare attenzione, in quanto considerati più vulnerabili. Per tale ragione, è fondamentale che il personale sanitario valuti con cura il quadro clinico complessivo dell’individuo, gestendo in modo appropriato ogni elemento di rischio connesso.

Il presente articolo ha scopo puramente informativo e non sostituisce il parere del medico. Il consiglio del farmacista non intende in alcun modo sostituirsi al consulto con i medici curanti. In caso di problematiche persistenti, è necessario contattare il proprio medico di medicina generale o lo specialista di riferimento.