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Risperidone in soluzione orale per bambini, le raccomandazioni per l’uso sicuro

Negli ultimi tempi sono emersi casi di sovradosaggio accidentale in bambini e adolescenti in terapia con risperidone 1 mg/ml in soluzione orale. Gli errori sono stati attribuiti principalmente a una errata interpretazione della scala graduata presente sul dispositivo di dosaggio. Le autorità regolatorie, tra cui l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), hanno sottolineato l’importanza di fornire istruzioni precise per evitare somministrazioni eccessive.

Ridurre il rischio di effetti indesiderati gravi

Il risperidone è un farmaco antipsicotico utilizzato nel trattamento sintomatico dell’aggressività persistente in pazienti pediatrici con disturbi del comportamento. Data la delicatezza del trattamento, è fondamentale che chi somministra il medicinale comprenda correttamente le modalità di dosaggio per ridurre il rischio di effetti indesiderati gravi.

Le cause principali degli errori terapeutici

Tra i fattori che hanno contribuito agli errori di somministrazione vi sono la difficoltà nella lettura delle tacche del dosatore, specialmente per volumi ridotti, e la mancanza di uniformità tra i dispositivi forniti con i diversi prodotti a base di risperidone. In alcuni casi, la dose somministrata è risultata fino a dieci volte superiore a quella prescritta, con conseguenze cliniche significative.

I sintomi del sovradosaggio

I sintomi più comuni legati al sovradosaggio includono sonnolenza, tachicardia, ipotensione e, in situazioni più gravi, convulsioni. Per prevenire tali eventi, è stato raccomandato di utilizzare esclusivamente il dosatore fornito con il farmaco e di verificare attentamente la quantità da somministrare prima di ogni utilizzo.

Raccomandazioni per un uso corretto e sicuro

Le autorità sanitarie hanno stabilito che i dispositivi di dosaggio devono presentare tacche chiaramente leggibili, con intervalli di 0,25 ml, e che i fogli illustrativi devono includere illustrazioni dettagliate per facilitare la misurazione dei volumi più piccoli. È essenziale che i caregiver leggano attentamente le istruzioni prima di procedere con la somministrazione e che consultino immediatamente un medico in caso di dubbi o comparsa di effetti indesiderati. Il presente articolo ha finalità esclusivamente informative e non sostituisce il parere del medico. In caso di dubbi o persistenza di sintomi, è necessario consultare il proprio medico curante o uno specialista di riferimento.

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Mal di gola in estate, il lato negativo dell’aria condizionata

In estate il mal di gola può manifestarsi con maggiore frequenza a causa dell’uso di aria condizionata. Gli sbalzi termici tra ambienti esterni e interni, uniti all’aria secca prodotta dai climatizzatori, possono irritare le mucose della gola, portando a infiammazioni. Anche la ridotta umidità negli spazi climatizzati contribuisce a seccare le vie respiratorie, rendendole più vulnerabili.

Ridurre i rischi legati all’aria condizionata

Per limitare gli effetti negativi dell’aria condizionata, è bene innanzitutto provare a non usare aria condizionata. Se proprio è necessaria, è consigliabile regolare la temperatura tra i 24 e i 26 gradi, evitando differenze eccessive rispetto all’esterno. È utile mantenere il livello di umidità adeguato, usando umidificatori o posizionando una ciotola d’acqua nelle stanze. È importante effettuare la manutenzione periodica dei filtri dei climatizzatori per prevenire la proliferazione di batteri e polveri che potrebbero peggiorare l’irritazione.

Rimedi per alleviare il fastidio alla gola

In caso di mal di gola è possibile ricorrere a gargarismi con acqua tiepida e sale, tisane a base di ingredienti lenitivi come la camomilla o il miele, e caramelle balsamiche senza zucchero. Se i sintomi persistono, è possibile consultare il farmacista per valutare l’uso di prodotti specifici, come spray o pastiglie antisettiche. Nei casi più severi o prolungati, è necessario rivolgersi al medico curante per escludere infezioni batteriche o altre patologie. I consigli forniti dai farmacisti non sostituiscono il parere del medico. In presenza di sintomi persistenti o aggravati, è sempre raccomandato contattare il proprio medico curante o uno specialista di riferimento.

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Stitichezza: in vacanza potrebbe essere più frequente

La stitichezza è un disturbo comune, ma potrebbe verificarsi soprattutto durante i periodi di vacanza. I cambiamenti nelle abitudini quotidiane – l’alimentazione, l’idratazione e l’attività fisica – possono influire sul regolare funzionamento dell’intestino. Anche lo stress legato agli spostamenti o la scelta di cibi meno ricchi di fibre fanno parte del problema.

Prevenire la stitichezza in viaggio

È importante mantenere l’alimentazione equilibrata, anche lontano da casa. Consumare frutta, verdura e cereali integrali aiuta a garantire un adeguato apporto di fibre. È fondamentale bere acqua poiché la disidratazione può peggiorare la situazione. La moderata attività fisica, come camminare, favorisce la motilità intestinale.

Quando ricorrere all’automedicazione o al medico

Se i cambiamenti nello stile di vita non bastano, è possibile valutare l’uso di integratori a base di fibre o di lassativi, sempre sotto consiglio del farmacista. È importante evitare il fai-da-te e scegliere prodotti adatti alle proprie esigenze. In caso di sintomi persistenti o dolorosi, è sempre necessario rivolgersi a un medico per escludere cause più serie. I consigli forniti dai farmacisti non sostituiscono il parere dei medici curanti o degli specialisti. In caso di disturbi prolungati o gravi, è necessario consultare uno specialista.

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Perché i cambiamenti climatici aggravano le allergie

Le allergie stagionali sono un problema sempre più diffuso, e il cambiamento climatico ha un ruolo nel loro peggioramento. L’aumento delle temperature medie e le alterazioni nei modelli meteorologici influiscono direttamente sulla produzione e sulla distribuzione dei pollini. Stagioni più calde e umide favoriscono la crescita più abbondante delle piante, mentre periodi di siccità possono aumentare la concentrazione di polveri sottili e altri allergeni nell’aria.

Come il clima modifica la diffusione degli allergeni

Tra gli effetti più evidenti del cambiamento climatico vi è l’allungamento della stagione pollinica. In molte regioni, le piante iniziano a rilasciare polline prima del solito e continuano a farlo più a lungo. Ciò espone i soggetti allergici a un periodo di disagio prolungato. L’aumento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera stimola maggiore produzione di polline da parte di alcune specie vegetali, rendendolo più abbondante e potenzialmente più irritante.

Gestire le allergie in un clima che cambia

Per ridurre l’impatto delle allergie, è importante adottare misure preventive. Monitorare i bollettini pollinici può aiutare a pianificare le attività all’aperto nei momenti di minore concentrazione di allergeni. L’uso di mascherine può essere utile durante le giornate ventose, mentre mantenere le finestre chiuse nelle ore centrali della giornata limita l’ingresso di pollini in casa. Consultare un farmacista o un medico permette di individuare terapie adeguate, come antistaminici o spray nasali, per alleviare i sintomi. I consigli forniti non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di sintomi persistenti o peggioramento delle condizioni, è necessario rivolgersi a un professionista sanitario.

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Il rumore notturno: effetti sul riposo e sulla salute cardiaca

Il riposo di notte è fondamentale per il benessere fisico e mentale. A volte a presenza di rumori durante le ore dedicate al sonno può alterarne la qualità. Fonti di disturbo acustico possono essere esterne, come il traffico o i vicini, o interne all’abitazione, come elettrodomestici o dispositivi elettronici. L’organismo, durante il sonno, necessita di un ambiente silenzioso per completare i processi rigenerativi.

Le conseguenze sulla salute cardiovascolare

Studi scientifici evidenziano una correlazione tra l’esposizione prolungata a rumori notturni e l’aumento del rischio di problematiche cardiache. Il sistema cardiovascolare può subire alterazioni a causa di un sonno frammentato o insufficiente. In particolare, è stato osservato un incremento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca in soggetti esposti a fonti di disturbo acustico. Fattori che, se protratti nel tempo, possono contribuire all’insorgenza di condizioni più gravi.

Strategie per ridurre l’impatto del rumore

È possibile usare finestre con doppi vetri. L’applicazione di materiali fonoassorbenti può attenuare i suoni provenienti dall’esterno. Nell’abitazione è consigliabile spegnere dispositivi elettronici non necessari e preferire ambienti lontani da fonti di disturbo. In alcuni casi, l’impiego di tappi per le orecchie può rappresentare una soluzione temporanea efficace. Le informazioni fornite non sostituiscono il parere del medico curante. In caso di disturbi persistenti, è necessario rivolgersi a un professionista sanitario di riferimento.