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Tumoremaeveroche.it, arriva il portale contro le fake news in oncologia

Bufale in oncologia e tanti luoghi comuni sui tumori da sfatare, questo l’obiettivo principale del portale tumoremaeveroche.it, spazio virtuale su cui i pazienti possono trovare risposte certificate a molte domande in tema di tumori.
Il portale online, raggiungibile al link www.tumoremaeveroche.it, è il primo in Italia ed è stato realizzato da Fondazione AIOM e AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica).
Tante le domande e le relative risposte, a cui gli esperti rispondono: È vero che il veleno di scorpione è efficace contro il cancro? È vero che esistono cibi che consentono di prevenire i tumori? Il forno a microonde causa il cancro? È vero che esiste una cura contro i tumori ma viene occultata dalle case farmaceutiche? È vero che alla base dell’insorgenza di un tumore vi è un evento traumatico? “Il cancro è un’area della medicina molto vulnerabile alle Fake News – ha spiegato Fabrizio Nicolis, presidente di Fondazione AIOM -. La diagnosi di tumore cambia la vita di una persona: l’attrazione per le terapie ‘non convenzionali’ è alimentata dal timore e, talvolta, dalla vera e propria disperazione causati dalla diagnosi di malattia e chi promuove queste teorie sfrutta la ricerca di speranza da parte dei malati e dei loro familiari. Internet è lo strumento principale con cui i cialtroni fanno leva sulle aspettative dei pazienti: in particolare i social media non sono controllabili, non filtrano le notizie e troppo spesso attribuiscono credito a messaggi fuorvianti, le cosiddette fake news. L’approssimazione scientifica talvolta caratterizza anche i consigli che, in assoluta buona fede, i pazienti si scambiano utilizzando i social network. Contro la disinformazione, serve un’alleanza fra clinici, Istituzioni, cittadini e media”.
Visita il sito: www.tumoremaeveroche.it

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Fumo ed obesità, l’OMS: «Persone obese a più alto rischio di fumare»

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha fornito nuove prove che essere sovrappeso influisce sul comportamento portando le persone a fumare di più. E’ quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica “British Medical Journal (BMJ)”.
Nella ricerca, finanziata dall’associazione Cancer Research UK (CRUK), è stato visto che l’incremento dell’Indice di Massa Corporea (IMC), la percentuale di grasso corporeo ed alcune circostanze di vita, sono associate – sia negli uomini che nelle donne – ad un più elevato rischio di diventare fumatori e ad una maggiore tendenza a fumare più intensamente.
Lo studio è basato sull’analisi dei dati genetici di circa 450.000 partecipanti e consente di capire la complessa relazione tra obesità e abitudine del fumo, così come la relazione tra tendenza all’inizio del fumo ed intensità.
Lo studio suggerisce che il legame tra Indice di Massa Corporea ed esposizione al tabacco può originare da una serie di fattori comuni legati alla dipendenza, tra cui vizio della nicotina e necessità di una maggiore energia.
E’ ampiamente risaputo che i fumatori hanno un più basso peso dei non-fumatori, possibilmente a causa del loro ridotto appetito, ma essi tendono a riprendere peso appena smettono. Comunque, anche tra i fumatori, chi fuma più intensamente tende a prendere maggior peso.

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Il 31 maggio si celebra la Giornata mondiale senza tabacco

Non è certo una novità che il fumo uccida, a lungo andare, la metà dei suoi utenti. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità il tabacco uccide più di 7 milioni di persone ogni anno. Più di 6 milioni di persone sono fumatori, mentre, 890.000 sono i cosiddetti fumatori passivi.
A ricordare questi dati e a fare il punto della situazione è la Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra il 31 maggio di ogni anno, il cui scopo è quello di incoraggiare i fumatori ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco, invitandoli a smettere definitivamente. La giornata è stata indetta per la prima volta il 7 aprile 1988 ed il 2018 è il quarantesimo anno in cui ricorre.
Il tabacco contiene più di 4000 sostanze chimiche di cui almeno 250 è risaputo dannose per l’organismo e 50 di queste provocano il cancro. Anche l’esposizione al fumo passivo è considerato un pericolo al pari del fumo attivo. Negli adulti infatti il fumo passivo causa, alla pari del fumo attivo, problemi cardiovascolari e respiratori e cancro ai polmoni. Mentre nei bambini causa morte improvvisa e nelle mamme incinte possibile sottopeso del nascituro.
Il fumo è diventato nel corso degli anni uno dei più grandi problemi di salute pubblica con cui si abbia mai avuto a che fare. E’ evidente che all’obiettivo principale di sensibilizzare i fumatori si aggiunge quello di proteggere i non fumatori. Ogni persona infatti dovrebbe avere il diritto di respirare aria senza fumo di sigaretta. Le leggi in merito sono chiare ma non spesso sono sufficienti per proteggere le persone.
Cosa può fare un fumatore per smettere di fumare? Qualora il fumatore non riesca a smettere utilizzando la forza di volontà può chiedere un consiglio al medico curante o al farmacista di fiducia, in tal caso, esistono varie soluzioni per poter smettere definitivamente, anche se spesso non sono sufficienti se non vi è una spinta emotiva ad allontanarsi dal fumo.
Intanto, il 31 maggio, Giornata mondiale senza tabacco, si può provare a restare senza fumo per 24 ore.

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Malattie croniche, i litigi peggiorano i sintomi

“Mens sana in corpore sano”, dicevano i latini. Ma da oggi è vero anche il contrario: avere buone relazioni sociali (mens sana) influenza positivamente anche la salute e la forma fisica.
E’ quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Behavioral Medicine, rilanciato da ANSA.
Quante volte litighiamo o siamo in collera con il partner? Se in passato precedenti studi avevano dimostrato una relazione tra soddisfacimento a seguito del matrimonio e migliore salute, in questo è stato dimostrato il contrario. I ricercatori del Penn State Center for Healthy Aging hanno infatti dimostrato che un cattivo umore può avere ripercussioni fisiche, peggiorando sintomi di patologie croniche come l’artrite o il diabete.
Sono stati considerati i dati relativi a due gruppi di partecipanti, il primo di 145 persone affette da osteoartrite al ginocchio e rispettivi coniugi, il secondo di 129 persone affette da diabete di tipo 2 e rispettivi coniugi. In entrambe i casi i partecipanti hanno descritto per 22 e 24 giorni dettagliatamente i loro stati quotidiani di salute, tenendo un diario, compresi stati d’animo e condizioni di salute in generale.
Ebbene, il dato che è emerso è che in tutti e due i gruppi l’umore peggiore era associato ad una maggiore tensione con il partner, che di conseguenza portava un peggioramento dei sintomi e un maggior dolore. Nel caso dell’artrite non solo nel giorno stesso, ma anche nel giorno successivo.
I ricercatori hanno concluso quindi che avere un buon umore, a parità di problemi, e guardare oltre la malattia, porta un impatto positivo sullo stato di salute.

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Attività fisica, nei bambini ed adolescenti meglio se si parte da piccoli

Le attività motorie oltre ad essere utili per lo sviluppo sociale dei bambini, dona loro la possibilità di costruire l’autostima, integrarsi ed interagire, competenze utili e necessarie per la vita futura.
Non solo. Quando si pratica attività fisica sin dall’infanzia, questo comportamento tende a divenire parte integrante dello stile di vita della persona. Praticare attività influenza anche diversi aspetti dello stile di vita, inducendo gli adolescenti ad abitudini alimentari corrette, rinuncia all’alcol e al fumo.
E’ quanto emerge da un’analisi di Chiara Cattaneo e Paola Nardone, dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS). Secondo le ricercatrici infatti «la sedentarietà aumenta notevolmente i rischi per la salute e questo avviene indipendentemente dal livello di attività fisica praticata. Sembra infatti che vi sia poca o nessuna associazione tra attività fisica e comportamenti sedentari».
Per poter raggiungere gli obiettivi prefissati è necessario sin da subito intervenire limitando il tempo “sedentario”, ovvero, il tempo che i bambini spesso passano davanti allo schermo, a non più di 2 ore al giorno. Questo atteggiamento oltre a distogliere risorse mentali, può indurre un maggior consumo di spuntini ad elevato contenuto calorico, aumentando il rischio dell’obesità sin dai primi anni di età e, spesso, peggiorando la qualità del sonno.
Per i bambini da 5 a 7 anni l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) i livelli raccomandati di attività fisica comprendono le attività come gioco, esercizio strutturato, educazione fisica, sport e gli spostamenti realizzati in ambito familiare, scolastico e di comunità.
Cosa fare allora? Secondo Cattaneo e Nardone, che citano le indicazioni OMS, «l’obiettivo giornaliero dei 60 minuti di attività fisica può essere raggiunto in sessioni più brevi (ad esempio 2 sessioni da 30 minuti). Bambini e adolescenti inattivi dovrebbero iniziare a praticare attività fisica in modo graduale, aumentando durata, frequenza e intensità di volta in volta. Laddove possibile, anche bambini e adolescenti con disabilità dovrebbero raggiungere i livelli raccomandati pur sotto il controllo degli operatori sanitari di supporto. I livelli raccomandati sono indicati per bambini e adolescenti sani, a eccezione di specifiche condizioni mediche, senza differenze per caratteristiche socio-demografiche».